domenica 5 maggio 2013

Dimmi che ti dispiace


Trama del libro: una signora di 60 anni è andata in coma a causa di una caduta. Le fanno visita giornalmente alla stanza n. 5 dell'ospedale: il marito, la figlia, la sorella, la migliore amica e la colf. La sorella tenta in tutti i modi di risvegliarla, con trovate bizzarre e riti new age tutti gli altri invece hanno più di un  un motivo per avercela con lei....e ogni volta che la vanno a trovare le spiegano ampiamente i motivi....Riuscirà Silvia a risvegliarsi dallo stato comatoso e a dire "mi dispiace" a tutte queste persone?. 
Libro molto divertente di Dawn French :) da leggere, scorre via n modo piacevole.

Alcuni frasi dal libro:


"Così, per curiosità, perché mai hai deciso di diventare così cattiva negli ultimi mesi?. Lo so che le cose non andavano alla grande, per te, nel nostro matrimonio, ma onestamente pensavo che potessimo farle funzionare.poi, dopo venti e passa anni, improvvisamente mi hai mollato per motivi che ancora oggi non mi sono chiari e che,, a quanto pare, hanno a che fare con l'essere 'rimasto alll'adolescenza' e 'l'aver fallito come uomo'. Ero già abbastanza sotto pressione, credi davvero che avessi bisogno del tuo sarcasmo?"


"Come mai la disperazione è così singolarmente poco attraente? Deve trattarsi di un difetto di fabbrica dell'essere umano, perchè nel momento esatto in cui ci ritroviamo a desiderare qualcosa sopra ogni altra, diventiamo automaticamente, puntualmente non più attraenti proprio a causa di quel desiderio."


""c'è qualcosa, negli alberi, che è troppo più grande e vecchio di tutti noi. Chi non l'ha provato, una volta o l'altra? Istintivamente siamo tutti riluttanti a sentirsi piccoli e insignificanti. Praticamente giovani. Vogliamo tutti contare qualcosa no?. Abbiamo bisogno di lasciare il segno, e stare vicino a quegli antichi veterani ci fa sentire inutili. Ma non dovremmo, perché si tratta solo di lassi di tempo, di periodi di vita, e di quanto contiamo in prospettiva. Un albero può vivere centinaia di anni, ma se dovesse paragonare la sua vita a poniamo quella di una pietra. Se pensassimo alle migliaia di anni, migliori di anni, che servono per erodere una pietra, per spostarla e farla cambiare, la vita di un albero non è niente. L'importante è ricordare che, per un verso o per un'altra, è certamente questo il nostro posto. Qui, da qualche parte. Solo questo. È se non facciamo altro che sminuirei in confronto agli alberi, perdiamo di vista il punto della questione. Io trascorro ogni giorno in mezzo a loro, imparando per gradi a essere felice di vivere nella stessa aria, contemporaneamente a loro. Vite parallele. È questa la mia soddisfazione.


"Di conseguenza, non ha un cuore - o al massimo ha un cuore di pietra, utile solo come arma o come organo da donare. Ogni contenitore per quel cuore dovrebbe, quindi, resistere ai suoi violenti assalti dall'interno: veri e propri attacchi di cuore."



"È un'imbecille, non sa cosa si perde. Una stronza qualunque, come c'è ne sono tante. Una stronza che viene da Stronzville, nella contea dello Stronzoshire. Nel regno degli Stronzi Uniti, in Gran Stronzagna. È colpa sua - non mia, non di Willow-, sua. È lei quella incapace di amare, non noi.


Nessun commento:

Posta un commento