giovedì 27 febbraio 2014

Quando ho comiciato ad amarmi davvero ho iniziato a farmi dei regali...Oggi so che questo si chiama TRATTARSI BENE ;-)



Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali sono solo un avvenimento che mi dice di non vivere contro la mia verità. Oggi so che questo si chiama AUTENTICITÀ.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda è un invito a crescere. Oggi so che questo si chiama MATURITÀ.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre e in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene. Da allora ho potuto stare tranquillo. Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi. Oggi so che questo si chiama SINCERITÀ.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato da tutto ciò che non mi faceva bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò che mi tirava verso il basso, allontanandomi da me stesso. All’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E così ho commesso meno errori. Oggi mi sono reso conto che questo si chiama SEMPLICITÀ.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di continuare a vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di più nel momento presente, in cui TUTTO ha luogo. È la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo PERFEZIONE. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato un compagno importante. Oggi a questa unione do il nome di SAGGEZZA DEL CUORE.
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri, perché perfino le stelle a volte si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTA È LA VITA!

 (Charles Chaplin)


Per essere forti bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità, sapere tutto di sè, anche le cose più difficili da accettare.
Susanna Tamaro, Va dove ti porta il cuore



lunedì 24 febbraio 2014

Vta brevis

“Veniamo creati esseri umani, Aurelio. E veniamo creati uomo e donna. Se non ricordo male, nel suo scritto sulla vecchiaia Cicerone afferma che l'adolescente non aspira alla forza del leone o dell'elefante. Non dobbiamo provare a vivere come qualcosa di diverso da quello che siamo. Non sarebbe forse bestemmiare Dio? Siamo esseri umani, Aurelio. Prima dobbiamo vivere, e poi... sì, poi possiamo filosofare.”

Pensa se non ci fosse alcun regno celeste sopra di noi Aurelio; pensa se fosse per questa vita che fummo creati!. Allora le nostre anime dovrebbero fluttuare sull'Arno per l'eternità. Perche non fu forse a Florentia che Floria fiorì, e non fu forse al sole del tramonto sull'Arno che la fronte di Aurelio aurea brillò?


La vita è così breve che non possiamo permetterci di pronunciare una condanna a morte all'amore. Prima dobbiamo vivere, Aurelio, poi possiamo filosofare.


Estratti di: Gaarder, Jostein. “Vita brevis.” Longanesi, 2012-11-12. iBooks. 


La misura dell'amore è amare senza misura.
 Sant'Agostino

giovedì 20 febbraio 2014

Le coincidenze

Pensate alla vita come a un fiume: il piacere si trova su una riva, il dolore su quella opposta. Il modo migliore per avanzare consiste nel stare tra una sponda e l'altra.. Se vi avvicinate troppo a un lato o all'altro, il vostro flusso rallenta e voi correte il rischio di ristagnare. Troppo piacere porta alle dipendenze, troppo dolore toglie la gioia di vivere.

 (Tratto dal libro "Le coincidenze" di Deepak Chopra)




sabato 15 febbraio 2014

Cose che avrei preferito non dire

“Detesto i gatti, quello però mi piaceva. L’avevo chiamato Mr Pan in onore di Peter, il famoso ragazzino volante. Mr Pan non era un ragazzino destinato a non invecchiare mai, e stranamente non sapeva volare; eppure aveva qualcosa dell’eroe creato da James Matthew Barrie. L’avevo trovato in un vicolo, una sera, che miagolava disperato. O forse ero io a miagolare disperata. Preferisco non spiegare cosa ci facessi lì, ma insomma pioveva a catinelle e indossavo un trench beige: dopo aver affogato nella tequila il dolore per la perdita del fidanzato perfetto, d’un tratto mi ero sentita Audrey Hepburn e mi ero messa a strillare «Gatto!» da un capo all’altro del vicolo. Aveva un giorno di vita, ed era ermafrodito. La madre l’aveva rifiutato, o forse il padrone, o entrambi. Il veterinario disse che aveva un’anatomia più maschile che femminile, ma dargli un nome significava comunque prendermi la responsabilità di assegnargli un sesso. Pensai al mio cuore infranto, al mio capo che mi aveva negato una promozione perché temeva fossi incinta (in realtà era passato da poco il Natale, e avevo mangiato per quattro), e quel mese i crampi erano stati terribili; in metropolitana un barbone mi aveva palpata “a tradimento; e quando al lavoro avevo finalmente provato a farmi rispettare, i colleghi maschi mi avevano bollata come frigida. Quindi decisi che il gatto se la sarebbe passata meglio da maschio. Ma credo di aver sbagliato: a volte lo chiamo Samantha o Mary, e lui mi guarda con un’aria di profonda gratitudine, poi si rannicchia vicino a una scarpa e ne rimira sognante il tacco a spillo, simbolo del mondo che gli è stato negato.”

Estratto di: Ahern, Cecelia. “Cose Che Avrei Preferito Non Dire.” iBooks. 



 
Lui è buono, vero Gatto? Su, vieni qua, povero amore, povero amore senza nome... ma io penso che non ho il diritto di dargli un nome... perché in fondo noi due non ci apparteniamo, è stato un incontro casuale. E poi non voglio possedere niente, finché non avrò trovato un posto che mi vada a genio... non so ancora dove sarà, ma so com'è. 
 (Colazione da Tiffany)

venerdì 14 febbraio 2014

Gli accordi del cuore

Gli raccontai di un bambino il cuo padre morì presto, che fu abbandonato dalla madre e resistette  sette giorni e sette notti sul ceppo di un albero, senza mangiare e senza bere, per non perdersi il momento in cui lei sarebbe ritornata. Che lì era quasi morto, perchè la speranza non tiene in vita nessuno all'infinito. Raccontai di una ragazza che imparò che un essere umano non vede solo con gli occhi, e che le distanze non vengono superate solo con i passi. Raccontai di farfalle riconosciute dal battito d'ali. Di piedi che non possono camminare. Di un amore che fa vedere i ciechi. Che è più forte della paura. Che ci fa crescere e non conosce limiti. 

Estratto di: Jan-Philipp Sendker. “Gli accordi del cuore.” iBooks. 


“«Nessun dolore tocca chi non cerca di possedere uomini o cose».”
Buddha


* Questo meraviglioso libro è il seguto di "L'arte di ascoltare i battiti del cuore" sempre dello stesso autore.

mercoledì 12 febbraio 2014

Il libro del domani

Tamara una viziatissima adolescente và a vivere con la mamma in una casa di campagna a  Dublino presso una  coppia di amici di famiglia a causa del padre morto suicida per un tracollo economico. Li conosce tante persone tra cui Suor Ignatius un'abile apicoltrice e tramite lei e a un ragazzo che lavora in biblioteca viene in possesso di uno strano libro diario che le svela il giorno prima quello che le accadrà il giorno dopo....
Un libro bellissimo da leggere assolutamente, all'inizio è molto divertente sembra quasi un libro comico, a metà libro diventa ricco di colpi di scena....


Il futuro è un libro dalle pagine bianche. Solo tu puoi riempirle.
(Cecelia Ahern)

domenica 2 febbraio 2014

Il gusto di essere felici

Il semplice vive come respira, senza più sforzo né gloria. La semplicità  non è una virtù che si aggiunge all'esistenza. È l'esistenza stessa, in quanto nulla vi si aggiunge. Senza altra ricchezza che il tutto. Senza altro tesoro che il nulla. Semplicità è libertà, leggerezza, trasparenza. Semplice come l'aria, libero come l'aria. Il semplice non si prende troppo sul serio, nè fa di tutto una tragedia. Avanza piano ma sicuro, a cuor leggero, con l'anima in pace, senza scopo, senza nostalgia e senza impazienza. Il mondo è il suo regno, e ciò gli basta. Il presente è la sua eternità , e lo colma. Non ha nulla da dimostrare, giacché non vuole apparire speciale agli occhi degli altri. E non ha nulla da cercare, perché ha già tutto qui. Che cosa c'è di più semplice della semplicità? Cosa c'è di più leggero? È la virtù dei saggi,  e la saggezza dei santi.

(André Comte-Sponville - estratto dal Gusto di essere felici di Matthieu Ricard)

L'arte di ascoltare i battiti del cuore




Mia amata Mi Mi, di notte guardo il cielo sopra Rangoon, vedo migliaia di stelle, e per me è una consolazione avere qualcosa che ogni sera possiamo condividere. Vediamo le stesse stelle. M’immagino che ogni bacio si tramuti in una stella. Stanno in cielo e vegliano su di noi. Mi rischiarano la via nell’oscurità. Il più grande di tutti i pianeti sei tu, mio sole…”

Estratto di: Jan-Philipp Sandker. “L'arte di ascoltare i battiti del cuore.” iBooks.