lunedì 27 ottobre 2014

L'inverno del mondo

 
 
 
“Quando si unì al canto, Lloyd sentì che là, in quella cappella imbiancata a calce, batteva il cuore della gran Bretagna. La gente intorno a lui era poco istruita, vestiva modestamente e lavorava sodo per tutta la vita: gli uomini a scavare il carbone sottoterra, le donne a tirare su la generazione successiva di minatori. Però avevano le spalle larghe e la mente acuta e si erano creati una propria cultura che rendeva la vita degna di essere vissuta. Alimentavano le proprie speranze attraverso la chiesa non conformista e gli ideali di sinistra; traevano gioia falle partite di rugby e dai cori maschili; nei tempi buoni li univa la generosità, in quelli duri la solidarietà. Quella gente, quella città: ecco per cosa Lloyd voleva lottare. E, se per questo avesse dovuto dare la vita, ne sarebbe valsa la pena.”
 
(L'inverno del mondo - Ken Follet)
 
 
"Meglio che arrivi l’inverno che si vede e si sente, quello dell’incalzare delle stagioni, piuttosto di un inverno che non si vede, quello del cuore."

STEPHEN LITTLEWORD
 
 


 
 
 
 



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