sabato 15 febbraio 2014

Cose che avrei preferito non dire

“Detesto i gatti, quello però mi piaceva. L’avevo chiamato Mr Pan in onore di Peter, il famoso ragazzino volante. Mr Pan non era un ragazzino destinato a non invecchiare mai, e stranamente non sapeva volare; eppure aveva qualcosa dell’eroe creato da James Matthew Barrie. L’avevo trovato in un vicolo, una sera, che miagolava disperato. O forse ero io a miagolare disperata. Preferisco non spiegare cosa ci facessi lì, ma insomma pioveva a catinelle e indossavo un trench beige: dopo aver affogato nella tequila il dolore per la perdita del fidanzato perfetto, d’un tratto mi ero sentita Audrey Hepburn e mi ero messa a strillare «Gatto!» da un capo all’altro del vicolo. Aveva un giorno di vita, ed era ermafrodito. La madre l’aveva rifiutato, o forse il padrone, o entrambi. Il veterinario disse che aveva un’anatomia più maschile che femminile, ma dargli un nome significava comunque prendermi la responsabilità di assegnargli un sesso. Pensai al mio cuore infranto, al mio capo che mi aveva negato una promozione perché temeva fossi incinta (in realtà era passato da poco il Natale, e avevo mangiato per quattro), e quel mese i crampi erano stati terribili; in metropolitana un barbone mi aveva palpata “a tradimento; e quando al lavoro avevo finalmente provato a farmi rispettare, i colleghi maschi mi avevano bollata come frigida. Quindi decisi che il gatto se la sarebbe passata meglio da maschio. Ma credo di aver sbagliato: a volte lo chiamo Samantha o Mary, e lui mi guarda con un’aria di profonda gratitudine, poi si rannicchia vicino a una scarpa e ne rimira sognante il tacco a spillo, simbolo del mondo che gli è stato negato.”

Estratto di: Ahern, Cecelia. “Cose Che Avrei Preferito Non Dire.” iBooks. 



 
Lui è buono, vero Gatto? Su, vieni qua, povero amore, povero amore senza nome... ma io penso che non ho il diritto di dargli un nome... perché in fondo noi due non ci apparteniamo, è stato un incontro casuale. E poi non voglio possedere niente, finché non avrò trovato un posto che mi vada a genio... non so ancora dove sarà, ma so com'è. 
 (Colazione da Tiffany)

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